Centoanni PCI

GIN BEVILACQUA

Gin Bevilacqua, grande comandante partigiano caduto per la libertà, nacque ad Albisola Superiore il 2 Agosto 1895.
Dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, Gin Bevilacqua è assunto all'Ilva ed inizia  subito una intensa attività politica, iscrivendosi al Pcd'I nel 1924.
Durante il fascismo svolge attività clandestina : arrestato il 3 Aprile 1934 è condannato , dal Tribunale Speciale, a 10 anni di reclusione.
Amnistiato, dopo un lungo periodo di disoccupazione riesce e rientrare all'Ilva nel 1939 e riprendere   le fila del suo lavoro politico.

Il 26 Luglio 1943, non appena la radio annunciò la caduta di Mussolini, fu Bevilacqua a riunire il Comitato Federale del PCI, nella chiesetta di San Lorenzo (sopra Piazza Brennero) ed a parlare alla folla, assieme all'avv.Molinari, Campanile e Cristoforo Astengo, nella grande manifestazione di Piazza Mameli, durante le quali i savonesi gridarono tutta la loro volontà di pace.

Nel momento più tragico: all'8 Settembre 1943, Bevilacqua dirige gli antifascisti impegnati a raccogliere le armi abbandonate nelle caserme dai soldati, lasciati sbandati e senza ordini dai comandi centrali., in fuga.

Il 25 Settembre 1943 a Santa Giulia, nei pressi di Dego, Bevilacqua costituisce il primo nucleo partigiano, denominato “Stella Rossa”.
Inizia, così la lotta partigiana: Bevilacqua sarà uno dei protagonista, in qualità di Commissario Politico del distaccamento Calcagno e, successivamente, ispettore della IV e V Brigata Garibaldi.

Nel Novembre 1944, durante una azione presso il Bric Camulera è arrestato, assieme ad altri cinque giovani compagni, ed immediatamente fucilato.
Il testo della motivazione con cui gli fu assegnata, alla memoria, la medaglia d'argento al Valor Militare
Combattente della lotta partigiana, fedele alla Patria ed animato da vivo amore per la libertà, dimostrava sino dai primi giorni tempra impareggiabile di organizzatore. Animava la Resistenza della zona di Savona e, nel corso di numerose azioni dava belle e sicure prove di decisione e valore. Durante un duro rastrellamento condotto da soverchianti forze, cadeva in mani nemiche sul monte Camulera mentre, incurante del pericolo, si portava da una posizione all'altra per animare la lotta. Nelle poche ore della sua prigionia manteneva contegno fiero ed esemplare e, sul luogo stesso della cattura, affrontava la morte con il coraggio dei valorosi.

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